La strumentazione musicale dei Celti nell’Età del Ferro [Parte IV: i Carnyx]

Le trombe da guerra – Carnyx:

Scrive Polibio, al riguardo della battaglia di Talamone (225 ac), II, 29, 6:  
Il numero dei suonatori di corno e di tromba era infatti incalcolabile, e poiché l’intero esercito strepitava insieme a questi, si levava un clangore così forte e prolungato che sembrava che non soltanto gli strumenti  e l’esercito, ma anche i luoghi circostanti emettessero dei suoni per l’effetto dell’eco‘.
(Polibio utilizza per gli strumenti i termini greci per buccina e salpnix)

Diodoro Siculo, V, 30, 2: ‘Hanno trombe di natura particolare e di tradizione barbara; infatti, quando vi si soffia dentro, emettono un suono aspro, appropriato al tumulto di guerra‘.

Le trombe di cui Polibio e Diodoro parlano sono i cosiddetti carnyx, nome derivante dal tardo greco per indicare un corno musicale di origine animale. Di tali oggetti, in bronzo, ottone (o entrambi come nel caso del carnyx di Deskford) ed addirittura in terracotta (la tromba celtiberica di Numancia) ne sono stati rinvenuti, frammentari, in diverse località dell’Europa.

Diverse sono le attestazioni iconografiche di queste trombe, che presentano tipologie differenti a seconda del periodo e della zona di provenienza, ma tutte sono unite dall’avere il padiglione zoomorfo, cioè a forma di testa di animale.

La più antica rappresentazione di un carnyx zoomorfo proviene dal tempio dedicato ad Athena Nikephoros, sull’acropoli di Pergamo: il monumento venne fatto costruire da Eumene II (197 – 159 aC) per commemorare le vittorie sui Galli Galati riportate da suo padre, Attalo I negli anni 240-230:
come si vede, il fregio raffigura una panoplia gallica, con scudo ovale spinato, cotta di maglia, lancia e una tromba a testa di toro (visibile sulla destra in alto).

Attestazioni di trombe sono anche sull’arco di trionfo di Saint-Rémy-de-Provence, sull’arco di Orange(fatto erigere da Augusto tra il 26 e il 27 aC), in cui spiccano tra scudi e lance galliche anche dei canryx; sull’armatura della statua di Augusto detta di Prima Porta, datata 8 aC circa, è rappresentata la Pannonia pacificata come una donna con capo velato ed un carnyx in mano:

Ma forse, la più famosa rappresentazione di suonatori di carnyx è quella dal calderone di Gundestrup, datato I sec. aC, che presenta una sfilata militare con 3 uomini che portano alte le rispettive trombe, aventi la testa di cinghiale:

Diverse rappresentazioni di trombe provengono dalla numismatica gallica francese:
– denario serrato di M. Aurelius Scaurius, in cui è raffigurato Bituitos re degli Arverni su biga, nudo, con lancia e carnyx (118 o 92 aC):

– moneta edua, emessa da Dumnorix, con guerriero che regge in mano un carnyx ed una testa tagliata, 50 ac circa:

– e diverse altre monete, specialmente britanniche, che presentano fanti o cavalieri che reggono trombe da guerra.

Dall’oppidum boemo di Stradonice proviene un bronzetto datato I aC, raffigurante un uomo, nudo, con una tromba, molto probabilmente un carnyx:

Il più antico reperto definibile come carnyx è italiano, e proviene da una tomba cenomane datata (grazie al corredo) alla metà del III aC, proveniente da Castiglione delle Stiviere (questa è l’interpretazione di R. De Marinis):

lo strumento è composto da una testa ornitomorfa (di anatra o cigno, comunque un uccello acquatico), in lamina bronzea cava, e da un padiglione smontato, lungo e molto sciacciato. Il corpo del carnyx si presenta istoriato con una decorazione a sbalzo, tipica del terzo stile dell’arte celtica continentale (il parallelo, per esempio, è con i fregi bronzei della coeva brocca di Brno-Malomerice).

Qui mi limito a presentare la proposta che questo oggetto, rinvenuto assieme ad altri oggetti in lamina bronzea quali un paio di ali ed un’applique forse pertinente al petto di un volatile, sia effettivamente una tromba da guerra sul genere carnyx. Tale proposta è presentata da R. De Marinis ne  La tomba gallica di Castiglione delle Stiviere (Mantova), contenuto in Notizie archeologiche bergomensi, vol. 5, 1997.

Aggiungo, per completezza che non è l’unica proposta interpretativa:
– il primo studioso della tomba, il prof. Paul Jachobsthal, a cavallo tra le due guerre vide nell’oggetto un bird-askos, cioè ad un askos (recipiente per contenere e versare piccole quantità di liquido, principalmente olio) dalla forma di uccello;
– un’altra intepretazione è quella di un oggetto cultuale, a forma di uccello acquatico: la proposta potrebbe essere cioè, che quella parte fungesse da base all’uccello. Tesi presentata da F.Hunter, in Reconstructing the Carnyx. The Antiquaries Journal 81/2001.

Datato II secolo è il frammento di carnyx rinvenuto a Mandeure (Francia), con testa a forma di cinghiale:

Sempre in Francia, negli ultimi anni gli scavi a Tintignac hanno riportato alla luce importantissimi manufatti in bronzo, tra cui almeno 5 diversi carnyx, di cui uno a testa di serpente. I carnix dalla testa di cinghiale, quasi interi, presentano delle enormi orecchie (fino a 40 cm di lunghezza) comunicanti col tubo, che forse avevano anch’esse una funzione acustica:

I ritrovamenti di Tintignac sono importantissimi, in quanto i carnyx quasi integri danno informazioni sulla forma del canneggio (a terminazione dritta), del bocchino e permettono di interpretare la funzione delle ‘orecchie’: sparsi per l’Europa sono state ritrovate delle lamine di bronzo dalla forma ‘a foglia’, per le quali non si riusciva a comprendere né il significato né l’ipotetico uso, venendo definite col generico appellativo di appliques. Tali sono infatti le lamine da Abentheuer Hütte e  Kappel (in Germania), da La Tène (Svizzera) e da Trento (su cui è recentemente uscito un articolo redatto da una studiosa locale, che ha dedicato molto tempo al riconoscimento dell’oggetto, esposto al museo del Castello del Buonconsiglio).

Dalla Scozia viene il fusto del carnyx di Tattershall, sfortunatamente smontato e praticamente distrutto dal suo scopritore. La datazione è all’inizio del I ac; la lughezza del fusto attualmente si aggira attorno a 1,30 cm (50 pollici).

Datato tra il 100 ed il 300 DOPO Christo è il frammento (il padiglione) del secondo carnix scozzese, rinvenuto in un deposito di torba a Deskford, anch’esso con la testa di cinghiale e dagli enormi occhi. Il carnyx era in un deposito votivo, assieme ad altre offerte più ‘quotidiane’ quali ceramiche.

La particolarità di questo carnix è che, all’interno della ‘bocca’, è stata rinvenuta una linga lignea, che poteva muoversi mediante delle molle.

La datazione così tarda (in più è solo nel 1997 che è stato definitivamente identificato come carnyx) è dovuta al materiale con cui è costruito: lamina di bronzo ed ottone, materiale quest’ultimo che non è presente in Scozia. Pertanto si è dedottoc he fosse stato costruito con materiale romano di recupero. 

Questo carnyx è stato ricostruito, ed ora viene utilizzato in concerto dal musicista John Kenny:
http://carnyx.org.uk/

Qui a sinistrale possibili ricostruzioni dei due carnyx scozzesi, a sinistra quello di Deskford ed a destra quello di Tattershall:

Le trombe da guerra celtiberiche

Nella spagna celtiberica, i terribili guerrieri che Appiano (Iberiké, 97) definisce belve per la loro ferocia in combattimento, utilizzavano particolari trombe sonore, fatte in argilla:

queste due trombe (non hanno grandi dimensioni) provengono da Izana e da Numanzia (la seconda ha il padiglione a bocca di lupo).


Lo storico alessandrino Appiano, parla abbondantemente di queste trombe utilizzate già nel 140 ac (Iberiké, 78),; erano principalmente utilizzate nella particolare modalità bellica dei Celtiberi, una sorta di guerrilla che i Romani definivano concursus, cioè attacchi veloci con armi a getto, fughe repentine e ritorni, che sfiancavano i nemici e ne scompaginavano le fila.

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[ Articolo pubblicato il 08/10/09 e scritto da “Poetapunk” ]


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