La strumentazione musicale dei Celti nell’Età del Ferro [Parte I: Introduzione]

I Celti e la musica: una spinosa questione.

Spesso alle manifestazioni di ricostruzione storica i visitarori possono assistere all’utilizzo di diversi strumenti musicali, quali corni bovini, trombe, cornamuse, percussioni, strumenti a corde (attualmente gli unici cordofoni che io conosca di proprietà di gruppi storici celtici sono la lira del Teuta Brig  e quella della  Katerva Kattibrogos).
E’ divenuta ‘mitologia’, in più, che la musica folkloristico-popolare di alcuni paesi sia definita ‘musica celtica’: parlo della musica di paesi quali Irlanda, Scozia, Galizia, Galles, Bretagna..cioè di quei paesi che ad oggi sono definiti gli ultimi baluardi celtici. Gli strumenti in dotazione sono per lo più la cornamusa, l’arpa, il bodhran ecc.

Questo mio testo nasce dall’esigenza di portare un po’ d’ordine nella musica celtica, riportando quelli che sono gli strumenti musicali che le fonti letterarie, iconografiche e archeologica riportano per i Celti continentali e britannici (tralascio l’ambito irlandese per le sue peculiarità) durante l’età del Ferro.

Gli strumenti musicali del mondo antico mediterraneo (breve riassunto) :

Lo strumento musicale ad oggi più antico del mondo è un flauto: costruito in osso di ‘grifone’ (un enorme avvoltoio), è stato rinvenuto nella valle di Ach, nel sud della Germania durante uno scavo, nell’estate del 2008. La datazione vede lo strumento costruito durante il paleolitico, tra il 40.000 ed il 35.000 avanti Christo. Lo strumento è, sfortunatamente, spezzato, ma la parte rimasta misura 21,8 cm di lunghezza, presenta 5 fori ed ha un beccuccio a V.Sul sito del magazine britannico NATURE è possibile leggere l’articolo sulla scoperta.

 Il mondo classico (tralascio quasi totalmente la realtà egiziana e medio-orientale):

La Grecia classica suona diversi strumenti, cordofoni (cioè strumenti a corda vibrata, pizzicata, percossa) e aerofoni (cioè strumenti ad ‘aria’).
 
I più famosi sono l’Aulos, uno strumento a canna con ancia e bocchino (spesso doppi); la Lira, la cui cassa armonica era spesso fatta con il carapace di una tartaruga (come quella che la leggenda vuole appartenere ad Apollo), e la sua sorella maggiore, la Cetra:

Questo splendido affresco della tomba etrusca detta ‘dei Leopardi’, a Tarquinia (500 ac), presenta un suonatore di Aulos ed uno di Lira (con carapace per cassa armonica?):

Dalla lira proviene il Barbiton, strumento di cui per primo parla Esiodo nell’VIII ac, e che Luciano definisce Lyra maior: essa infatti era una lira di grande dimensione (90 cm?) con i due bracci lunghi e sottili:  

Etruschi prima e romani poi scendevano in battaglia al suono del Lituus (una specie di corno eneo, lungo un metro) e della Buccina (avrei voluto mettere la fotografia della buccina etrusca esposta al museo nazionale etrusco di Santa Giulia a Roma ma non ne ho trovato una foto):

Salpnix si chiamava la tromba da guerra greca, e Giustino dice che il primo a suonarla fu un certo Tyrtaeus, spartano, nella guerra contro i messini (Giustino, libro III, dedicato alla legislazione spartana di Licurgo)

In questo mosaico romano si vede bene la varietà degli strumenti musicale del mondo romano, utilizzati per piacere, per accompagnamento, come supporto nella tragedia (per ex. l’Aulos):

Da sinistra: Tibiae, simile all’aulos greco, fatto appunto con una tibia ovina; Cymbali (o Crotali), i cosiddetti piattini; Tympanum, da cui deriva il nostro termine Timpano: si tratta di un tamburello suonato a mano (come nella taranta).

Aggiungiamo anche il Sistro, strumento sacro della dea egiziana Iside:

Questi dunque sono alcuni degli strumenti musicali più utlizzati e conosciuti del mondo antico mediterraneo. Ho volutamente tralasciato alcuni oggetti, quali le siringhe (flauto di Pan), l’organo (ebbene si, il primo organo appare già nel II avanti Christo) in quanto questa vuole essere solamente una carrellata per mostrare la grande varietà degli strumenti musicali che si potevano ascoltare nei palazzi dell’aristocrazia, nelle vie pubbliche, nei teatri, ai simposi ed ai convegni del mondo antico avanti il Christo.

[PARTE 1] [PARTE2] [PARTE3] [PARTE4] [PARTE5] [PARTE6]

[ Articolo pubblicato il 08/10/09 e scritto da “Poetapunk” ]


5 thoughts on “La strumentazione musicale dei Celti nell’Età del Ferro [Parte I: Introduzione]

Rispondi