Tartan e kilt (Parte 2)

Più che l’appartenenza ad un clan, un certo tipo di tartan poteva designare la zona di provenienza di chi lo indossava, stando a ciò che riferiva Martin Martin nel 1703: è possibile che alcuni disegni fossero divenuti popolari in alcune aree delle Highlands, magari perché proprio là era possibile reperire i coloranti naturali per realizzare quella determinata stoffa.  Secondo una recente ricerca, vi sono circa un centinaio di tartan con nomi geografici.  Tralasciando i toponimi inglesi ed americani, che sono ovviamente moderni, rimangono cinquantasei nomi indicanti località scozzesi.  Di questi, quattordici hanno origini recenti (post-1945), e solo ventidue furono registrati prima del 1820.

La maggior parte di questi ultimi sono una specie di “marchio”, reperiti nel “Wilson’s Pattern Book” e recanti nomi bizzarri e fantasiosi, quali “Robin Hood”, “Rob Roy” (foto), “Flora Mac Donald”, “Durham”, “Wellington”. 
Fra gli altri, il tartan denominato “Lennox” venne tratto da un quadro che si pensa raffiguri la contessa di Lennox; lo “Strathspey” è il motivo di un panciotto indossato da un ufficiale che si pensa avesse servito gli Strathspey Fencibles (Guardia Nazionale) attorno al 1790; il “Dunblane” deriva da un ritratto del Duca di Leeds, il cui secondo titolo era “Visconte Osborne di Dunblane”.  Rimane un piccolo numero di tartan che potrebbe essere stato usato per designare un particolare distretto.

Fu l’esercito ad accettare per primo il tartan come mezzo di identificazione.  Le Highland Independent Companies, sorte dopo la Restaurazione del 1660 per “tenere sotto controllo le colline”, sembra indossassero il loro proprio tartan, senza nessuna regola, ma attorno al 1725 si cercò di adottarne un solo tipo. nel 1739 alcune compagnie furono reclutate in quella che oggi è chiamata “Guardia Nera”, meglio nota universalmente come “Black Watch”.

Il tartan militare indossato allora è lo stesso indossato ancor oggi dalla Black Watch (foto): un tessuto scuro composto dall’intersezione di blu, verde e nero, la cui tonalità sembra aver dato al reggimento il suo popolarissimo nome.  Usato spesso da altri reggimenti, è conosciuto anche come “Government”.  Viene usato come tartan di clan dai Campbell, spesso in una tonalità più chiara, e dai Grant, dai Munro e dai Sutherland, tutti a loro tempo militanti nella Black Watch.  I reggimenti formatisi più tardi adottarono talvolta il medesimo schema cromatico, con l’aggiunta di strisce di altri colori.  Per esempio, una riga gialla fu aggiunta dal 92° reggimento; bande rosse e bianche vennero introdotte dal 73° reggimento Mackenzie Lord Macleod, e gli stessi colori, ma con differente disposizione, divennero parte del tartan del Loyal Clan Donachie Volunteers.  L’uso di questi sett modificati da parte dei reggimenti portò alla loro adozione come tartan di clan dai Gordon, dai Mackenzie e dai Robertson.  La Royal Company of Archers, fondata nel 1672, vestiva un’uniforme di un tessuto simile al moderno tartan degli Ogilvie.

Dopo la disfatta di Culloden, il governo britannico proibì ai civili di vestire il tartan in qualsiasi forma, mentre i reggimenti delle Highlands continuarono a portare legalmente il kilt.  Il bando venne abolito nel 1782, periodo in cui si andava affermando l’immagine romantica del mondo celtico, dando il via ad un fenomeno che avrebbe preso piede nel XIX secolo.  Ne avrebbe tratto giovamento la fama degli Highlanders, ora non più considerati barbari e primitivi.  Il Movimento Romantico in Europa nel tardo Settecento vide la nascita di nuove forme di arte e di letteratura che si contrapponevano al Neoclassicismo, e la pubblicazione dei Canti Ossianici da parte di James Mac Pherson, da lui attribuiti al mitico poeta Ossian, contribuirono a gettare una luce favorevole sulla cultura gaelica.  Alla fine del XVIII secolo gli eventi di cinquant’anni prima apparivano assai meno minacciosi, e la figura di Bonnie Prince Charlie Stewart, che morì nel 1788, divenne oggetto di venerazione.

Queste nuove tendenze influirono sugli scritti di Sir Walter Scott (foto) che, assieme al Generale Sewart of Garth, organizzò la visita di stato di Giorgio VI ad Edimburgo nel 1822: occasione che, a causa dell’abbigliamento dei partecipanti, verrà definita “a Tartan Extravaganza“.  Durante gli ultimi anni dell’Ottocento, ecco l’amore della regina  Vittoria per le Highlands, che diede il via all’evoluzione del tartan in senso moderno.

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[ Articolo pubblicato il 19/01/07 e scritto da Alessandro Caprari ]


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