
Quando il cristianesimo giunse nelle selvagge lande irlandesi, il druidismo divenne oggetto di severe persecuzioni da parte dei monaci cattolici. I druidi venivano additati da costoro come magi, praticanti della magia nera e divulgatori della legge di Satana.
I druidi quindi subirono un drastico ridimensionamento della loro immagine e del ruolo fondamentale che fino allora avevano avuto nel contesto della società celtica.
Tuttavia essi non sparirono, ma si trasformarono in qualcosa che ebbe una importanza fondamentale nella trasmissione delle tradizioni celtiche che sono riuscite a giungere sino ai nostri giorni: i brithemain.
Estremamente colti, dotati di una memoria prodigiosa, dovuta al fatto che non mettevano mai per iscritto le leggi e le tradizioni, considerando i libri una debolezza, i brithemain erano profondamente rispettati soprattutto nelle zone più remote d’Irlanda. Qui essi venivano chiamati a esercitare le Fenechas, o “leggi degli uomini liberi”, alla luce di quella che veniva definita “giustizia naturale”: un codice giuridico orale che si ispirava ai ritmi e ai misteri della natura. Per tenere sempre aggiornato questo codice giuridico, i brithemain si ritiravano, almeno una volta ogni due anni, a trascorrere lunghi periodi di romitaggio nei boschi e nelle foreste, a stretto contatto con i fenomeni naturali.
Osservavano tutto, dalla vita degli animali del bosco ai movimenti delle stelle, arrivando al punto di saper prevedere eventi astrali impressionanti come le eclissi di sole e di luna.
Ma i brithemain non erano solo giudici di grande cultura. Essi infatti esplicavano anche l’attività di guaritori, grazie alle profonde e ataviche conoscenze che avevano in merito ai rimedi curativi vegetali. Conoscevano ogni proprietà curativa delle cosiddette “piante ospitaliere” e spessissimo, quando si recavano presso una comunità o tuath per esercitare la legge e la giustizia, non lesinavano preziosissimi consigli terapeutici alle moltitudini che ne facevano richiesta, trasformando la sala del consiglio del crannog, il luogo in cui si esplicava l’attività dei brithemain, in un curioso ibrido di tribunale e ambulatorio medico.
I brithemain venivano iniziati da giovanissimi in autentiche scuole ufficiali a tradizione orale, ma non di rado la loro sapienza veniva tramandata di padre in figlio (o figlia, visto che si ha la certezza dell’esistenza di brithemain donne).
Spesso queste eminenti figure del tardo celtismo utilizzavano un pesante collare di ferro dotato di potere magico, che li aiutava a non emettere sentenze ingiuste: infatti, qualora questo accadesse, il collare si stringeva attorno al loro collo, allargandosi solo quando essi modificavano il loro giudizio.
[ Articolo pubblicato il 10/11/06 e scritto da “Dominix” ]