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Ma vediamo le principali caratteristiche peculiari di questa strana lingua.
L’Irlandese differisce in modo significativo dalle famiglie Germaniche e Latine in struttura, grammatica e pronuncia, sebbene esso condivida gran parte del suo vocabolario con questi ceppi linguistici.
Innegabili sono le contaminazioni, ma sarebbe ingiusto – e soprattutto errato – parlare di colonizzazione linguistica dell’Irlanda da parte di Romani ed Inglesi. L’influenza Latina è durata per 1500 anni (sin dalla Cristianizzazione) mentre l’influenza Germanica (attraverso l’Inglese) è esistita per 500 anni.
Sebbene gran parte degli antichi manoscritti irlandesi fossero scritti in Latino dai monaci, ci sono alcuni documenti in Irlandese, tuttora esistenti, che hanno più di 1000 anni. Sfortunatamente non sono molti, ma la rarità di tali scritti non dipende da quelle stesse persecuzioni inglesi che distrussero tutte le arpe per cercare – invano – di cancellare l’orgoglio del popolo irlandese: tale rarità dipende esclusivamente dal fatto che gran parte della poetica e delle saghe sono state tramandate oralmente dai bardi.

Sebbene in questo modo moltissimo sia andato perduto, abbastanza è rimasto per riconoscere da un lato le capacità tecniche ed artistiche degli autori e dall’altro la straordinaria struttura della lingua, così sofisticata da richiedere nel corso dei secoli pochissimi mutamenti, se non nell’aggiunta di parole nuove; quindi si può affermare in tutta tranquillità che la struttura base del linguaggio è cambiata pochissimo, a dispetto del massiccio incremento del vocabolario. Sorprendentemente, i termini e la sintassi antichi possono essere letti oggi con relativa facilità da chiunque abbia una buona comprensione della lingua irlandese.
Le opere più recenti, scritte sin da circa il 1650, ci fanno meravigliare di come quella che era essenzialmente una cultura underground, sotto il dominio di una Inglese, potesse produrre opere di questa raffinatezza. La scrittura distintiva Irlandese, che era stata adottata dal Latino, è restata in uso fino al 1960, quando è stato deciso di sostituirla con la scrittura standard Romana. E questo è stato il primo grosso colpo inferto alla lingua gaelica, in nome di un’improcrastinabile esigenza di rapporti politico-economici con l’esterno.
Chiunque sia stato educato all’Irlandese prima di questo cambiamento (persone dai cinquant’anni in su), oggi trova più facile leggere e scrivere nell’antica scrittura Gaelica. La nuova scrittura Romana deve distinguere fra vocali forti (aperte) e deboli (chiuse), così le vocali lunghe sono segnate con un accento acuto sopra (chiamato “fada” in Irlandese).
Laddove l’alfabeto Inglese ha 26 lettere, quello Irlandese ne ha solo 18; le lettere mancanti sono J, K, Q, V, W, X, Y, Z.
Le assenze erano talvolta costituite da combinazioni di altre lettere:
una “ b ” aspirata (ora scritta “ bh ”) è pronunciata come una “ v ”;
una “ m ” aspirata (mh) è pronunciata come “ w ”;
una “ d ” aspirata (dh) è pronunciata come “ y ”,
mentre la “ z ” forte non è usata affatto.
L’aspirazione nell’Irlandese è molto importante, al punto che 6 consonanti sono soggette a cambiare suono attraverso l’aspirazione.
Un’altra grossa differenza dall’Inglese è che il suono “ th ”, così comune in Inglese, non si trova in Irlandese (ed è la causa per cui gli Irlandesi a volte hanno problemi a pronunciare “ th ” all’inizio delle parole).
Anche la punteggiatura ha regole tutte sue, e sintomatico di questo è il fatto che al posto del “punto” nei vecchi scritti, una “ h ” era aggiunta dopo l’ultima lettera (questo spiega le frequenti “ h ” negli antichi documenti).
Inoltre c’erano numerose “eclissi” (lettere inserite prima di parole), con così tante regole da applicare che solo la familiarità col linguaggio permetteva di perfezionare. Ma non solo alfabeto, pronuncia e vocaboli differiscono dall’Inglese: cambia la struttura stessa delle frasi. In Inglese il soggetto normalmente viene posizionato all’inizio della frase, mentre in Irlandese è il verbo che viene per primo; gli aggettivi addirittura si comportano nel modo opposto: vengono dopo i sostantivi.
Anche solo questa breve introduzione è probabilmente sufficiente a mostrare che l’Irlandese è una lingua molto difficile da imparare dai libri.
Sebbene ci siano molte parole comuni, una persona la cui lingua nativa sia l’Inglese ha ben poco vantaggio su chi parla altre lingue, poiché la struttura dell’Irlandese è troppo diversa. La grammatica e la sintassi, così semplici per un interlocutore irlandese abituale, divengono molto complesse quando scritte in una serie di regole (con, evidentemente, numerose eccezioni a queste regole).
I bambini irlandesi che hanno come prima lingua l’Inglese possono solo tentare di imparare l’Irlandese trascorrendo lunghe ore a studiarlo alle scuole elementari e medie, dove è obbligatorio. Ma poi, per rafforzarlo e migliorarlo, il tempo deve essere speso presso dei parlatori nativi delle Gaeltacht. La grande maggioranza della gente irlandese ha deciso che il raggiungimento della competenza non compensa delle difficoltà di apprenderlo, ed è soddisfatta delle “cupla focal” (poche parole) imparate a scuola.
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