Il Bastone magico di Gandalf, lo stregone che ha un ruolo centrale nel Signore degli Anelli e che è una sorta di alter ego del Mago Merlino, ha conquistato l’immaginario di moltissime persone; ma quale risvolto presenta questo oggetto così suggestivo nella tradizione celtica?
Occorre dire che si tratta sicuramente di un oggetto che a pieno diritto appartiene alla cultura e alla spiritualità dei druidi.
Di ciò ci sono evidenze mitologiche, archeologiche e letterarie fin troppo chiare. Leggendo attentamente tutti i racconti antichi irlandesi, e gallesi, a cominciare da quel che è stato pubblicato in italiano, si trovano molteplici riferimenti pertinenti; per tacere del fatto che, come testimonia Guyonovarc’h, ci sono ancora 30.000 pagine di scritti antichi irlandesi che non sono ancora state tradotte.

1. Il Bastone degli Dei Nantosuelta e Succellos
Innanzitutto, come mi è stato fatto notare da Lucrezia Testa Iannilli, esiste il rilievo conservato nel museo storico del Palatinato a Speyer che raffigura la Dea Celtica Nantosvelta (o Nantosuelta), che in un buon numero di raffigurazioni è invece accompagnata dal Dio Succellos (il Buon Battitore) nell’atto di reggere un bastone sulla cima del quale vi è una piccola casetta (immagine a sinistra). La Dea sarebbe “la buona spingitrice del ruscello, e dunque rappresenterebbe l’impulso vitale che dà fertilità” [cfr. S. & P. Botheroyd, Mitologia Celtica, Keltia editrice 2000, p. 216-217]. Nell’immagine vediamo la Dea e il suo consorte, il Dio Succellos, entrambi con il bastone.
Ricordiamo che secondo Le Roux-Guyonovarc’h, I Druidi, pag. 416:
“nei fatti, rispetto agli uomini normali estranei alla categoria sacerdotale, tutti gli dei sono druidi , esattamente come tutti i druidi sono dei.”
L’equivalenza era biunivoca e veniva intesa proprio in tale modo.
“Cathbad dall’amabile viso mi ha istruito, dopo Dechtire (sua madre), finché non sono stato edotto nelle arti del Dio del druidismo”.
Inoltre: il “druida umano … è Dio per almeno due ragioni: in primo luogo perché discende in linea diretta, in principio, dai druidi primordiali – e questa sola idea costringe ad ammettere la realtà sacra della cosa concepita -; in secondo luogo perché le sue facoltà e le sue conoscenze lo rendono un intermediario tra gli Dei e gli uomini. Il Druida degli antichi Celti è un vero e proprio ‘Dio terreno’”. Dunque se il druida è anche dio, nulla appare più verosimile che l’uso druidico del bastone divino degli dei Succellos (omologo gallico dell’irlandese Dagda) e Nantosuelta.
2. Il bastone del fili (bardo)
Una testimonianza letteraria sull’uso del bastone da parte della classe druidica celtica, solo per fare un’esempio, è contenuto nell’opera irlandese antica La Visione di Mac Conglinne, risalente al 1100 d.C., nel quale si narra delle avventure rocambolesche di “una figura eccentrica ambivalente: un clerech che può impartire l’eucarestia ed un fili, poeta veggente, continuatore della funzione druidica, sapiente e buffone, martoriato e gaudente, vittima e guaritore” (p. IX Introduzione, Ed. Einaudi).
Ed ecco cosa fa il nostro eroe:
12: Il mattino si levò di buon ora, si rimboccò la camicia al di sopra delle rotondità superiori e si avvolse nelle pieghe della cappa bianca. Sopra il mantello portava uno spillone di ferro. Sollevò la sacca sulla curva della schiena, con la destra prese un bastone dalla grossa impugnatura, ben bilanciato, lungo cinque spanne [da una estremità all’altra] …
E dunque i druidi entravano nei boschi sacri nascosti nella profondità delle foreste, o colline sacre (in Irlanda, Galles e Scozia, Galia ecc.) con i loro bastoni divini, come fa ancor oggi chiunque faccia trekking con impegno, ma anche il semplice contadino e la persona anziana … Per non dimenticare poi che in società nelle quali l’allevamento rappresentava una risorsa fondamentale, come quelle celtiche, i pastori usavano, con tutta evidenza, bastoni come strumento di lavoro e mezzo per muoversi agevolmente lungo i sentieri …
3. Incisioni rupestri di epoca celtica
Vi sono alcune interessanti incisioni rupestri (Naquane, Valle Camonica) del periodo di influenza celtica (400-500 a.C.):

- Sacerdote che corre (il fatto che gli archeologi insistano a considerare le due linee che stringe in mano non come crepe della roccia ma come incisioni volontarie dovrebbe farci pensare).

- Dio Cernunnos (pare che alle sue spalle ci sia un bastone contorto, che in molti però interpretano come serpente: tuttavia nell’antichità il bastone era un feticcio del serpente – come ci insegna Mosè).
Interessanti queste evidenze, tra l’altro Kernunnos nel calderone di Gudenstrup tiene in mano un serpente, che sembra un bastone, e quando si dice che San Patrizio cacciò dall’Irlanda i serpenti, il riferimento era, esplicitamente, ai druidi e all’antica religione pagana. Nel Museo di St. Raphael in Provenza vi è un menhir che raffigura una testa divina e un lungo serpente.
4. Il buon senso.
Il senso comune, il buon senso, che a volte è merce più rara di quel che si pensa. Secondo tale buon senso non è affatto strano e improbabile immaginare che il bastone fosse un oggetto druidico. Dalla preistoria fino all’altro ieri è stato uno degli utensili quotidiani più comuni e semplici che accompagnava la vita degli uomini. Basta passare un po’ di tempo in un bosco o sulle montagne per rendersi conto quanto sia istintivo e pratico cercare qualcosa di naturale che aiuti la camminata ed eventualmente a difendersi dalle insidie delle foreste. Inoltre era indispensabile nella pastorizia o nella semplice raccolta dei frutti naturali. Quindi è evidente che in tutte le culture antiche, celtica compresa, il bastone fu proprio uno dei primissimi strumenti ad essere utilizzato simbolicamente anche al di fuori delle sue funzioni pratiche originarie.
5. In Scozia
Da “Description of the western islands of Scotland” di Martin Martin 1695:
“… al momento della scelta di un capo per il governo del suo clan dovevano essere osservate alcune formalità; veniva eretto un mucchio di pietre come a formare una piramide alla sommità del quale veniva posto il giovane capo, tutti i suoi amici e seguaci si mettevano in cerchio sotto di lui; questa elevazione stava a significare l’autorità sopra di essi e l’obbedienza degli altri verso il capo. Uno dei principali amici del capo consegnava nelle sue mani la spada ricevuta dal padre e un bastone bianco, immediatamente dopo il capo dei druidi iniziava un panegirico retorico basato sulla discendenza, sul valore e la liberalità della familia… (1695-1773)