
Il padre del romanzo storico, Walter Scott, nasce a Edimburgo nel 1771 da una famiglia molto benestante. Studente di giurisprudenza a Edimburgo, seguendo le orme del padre, Scott era uomo che, seppur debilitato da una grave malattia in tenera età, cresce forte e vigoroso. Era un amante della letteratura di ogni genere, in particolare divorava fiabe, racconti, leggende e tutto ciò che fosse legato alla sua terra, gli Scottish Borders. Laureatosi in Legge, il suo primo incarico legale si svolge a Selkirk. Qui sposa Margaret Charlotte Charpenter, da cui ha cinque figli.

Nel 1802-03 pubblica il primo lavoro importante, Minstrelsy Of The Scottish Border, ma è con The Lay Of The Last Minstrel (1805) che ottiene la fama. Scrive poi Marmion (1808), The Lady In The Lake, The Lord Of The Isles. All’apice della carriera, Scott decide di mettersi in affari con un amico, James Ballantyne per stampare le sue opere in proprio. L’impresa tuttavia fallisce e Scott si ripromette di saldare i debiti con i suoi scritti.
Escono, tra i piu’ famosi, Waverly (1814), Rob Roy (1817), The Heart of Midlothian (1818), The Bride of Lammermoor (1819), Ivanhoe (1819). Sir Walter Scott diventa baronetto ma muore ancora indebitato nella grande mansione di Abbotsford, vicino al fiume Tweed nel 1832.
L’eredità celtica in “Waverly”

Il romanzo narra la storia di Edward Waverly, un giovane inglese aristocratico giunto in Scozia come ufficiale dell’esercito. Edward rimane coinvolto nella ribellione giacobita del 1745, nella quale si schiera accanto alle truppe scozzesi del principe Charles Stuart, contro il casato degli Hanover. In sostanza, il romanzo riguarda la guerra civile tra gli Inglesi e gli Scozzesi, nella quale Edward si schiera sostanzialmente dalla parte sbagliata: nonostante sia un Inglese della classe dirigente, si ritrova a indossare il kilt, ad ascoltare le persone parlare in Gaelico, e a lottare a fianco degli Highlanders. Il romanzo introduce il lettore alle grandi divisioni della Scozia, Whigs e Tories, sostenitori degli Hanover e Giacobiti, Inglesi e Scozzesi. Gli stessi Scozzesi sono divisi tra i Lowlanders e gli Highlanders, diversi nello stile di vita, nella cultura e nel background storico. È un esempio di romanzo storico: la storia di Edward si svolge sullo sfondo di eventi storici effettivamente accaduti. I personaggi storici si confrontano con personaggi inventati pero’ essenzialmente rappresentativi dell’epoca.
Nonostante la fama di Scott come narratore di ballate tradizionali (Minstrelsy Of The Scottish Border), l’elemento tradizionale celtico del romanzo di Waverly è spesso sottovalutato. A partire dal capitolo 8, in cui Waverly ottiene una licenza dal suo reggimento per fare visita al Barone di Bradwardine, nel Perthshire, Scott ci introduce nelle Highlands, territorio aspro e in pieno contrasto con le Lowlands. La prima voce che Edward ode appena entrato nella mansione del barone è quella di un buffone al servizio della famiglia che intona un’antica filastrocca Scozzese. Il personaggio è visto come custode della memoria collettiva, come una continuazione del Minstrelsy of the Scottish Border. Quando poi la mansione viene distrutta dalle truppe inglesi, Edward si ritrova ad ascoltare, immerso tra le rovine, il canto del buffone David, che, intonando un’antica canzone scozzese, rappresenta la forza e la tenacia della tradizione popolare difronte all’invasione distruttiva degli inglesi.

Nei capitoli successi, il personaggio di Edward incontra Alice, una donna che, servendogli la colazione, intona un’antica canzone gaelica. Al contempo, alla corte dei MacIvor, i clansmen si esercitano al suono delle bagpipes. Tra gli altri personaggi incontrati lungo il cammino, vi è Flora, l’arpista che ama la musica Celtica, che suona avvolta nella nebbia su una collina. Flora rappresenta l’arcaico, la musica che si fonde con la natura. È evidente che, nel romanzo di Waverly, tra le intenzioni meno dichiarate di Scott, vi è la necessità di condurre il lettore attraverso la conoscenza della reale cultura scozzese che Scott contrappone a quella inglese, facendo parlare i personaggi inglesi in termini di disprezzo e astio per un qualcosa di antico e incomprensibile. Nonostante la conoscenza approfondita delle ballate delle Lowlands, nel romanzo Waverly, Scott ci lascia un affresco malinconico di una cultura oppressa, fatta di buffoni, bardi e arpisti.

Fonti:
Article by Christopher Rollason – The Celtic Muse in Walter Scott’s ‘Waverley’
http://www.scottsabbotsford.co.uk
Di suo lessi solo, in età scolare, quindi qualche annetto fa, solo Ivanhoe e mi piacque.
Negli anni non ho mai letto gli altri suoi romanza; un peccato al quale porrò rimedio…