
LUGNASAD O LA FESTA DEL RE
Il nome di Lugnasad è rimasto nell’irlandese moderno per indicare il mese di agosto sotto la forma di lùnasa, nell’ortografia tradizionale Lughnasa.
Lugnasad significa “assemblea di Lug”.
Non esistono più testi che si riferiscano alla descrizione liturgica di Lugnasad.
… Si può anche dire che Lugnasad è assente dall’epopea guerriera e da molti racconti mitologici.
Per lo studio di Lugnasad disponiamo, in effetti, di notizie topografiche e leggendarie dettagliate, consacrate essenzialmente a due luoghi d’Irlanda dove si svolgevano le feste del primo agosto, ossia quelle relative a Dindshenchas (“Storia delle fortezze”), Tailtiu e Barman.
Keating, History of Ireland:
“Lug dalla lunga mano, figlio di Cian, figlio di Diancecht, figlio di Easar Breac
figlio di Ned, figlio di Iondaoi, figlio di Allaoi, ebbe per quarant’anni la
reggenza d’Irlanda. Fu Lug a fondare l’assemblea di Tailtiu per commemorare
ogni anno Tailtiu, figlia di Madhmor, re di Spagna. Era la moglie di Eochu figlio di
Erc, ultimo re dei Fir Bolg e successivamente fu la moglie di Eochu il Rude, figlio
di Dui l’Aveugle, principe dei Tuatha Dé Danann. Lug dalla lunga mano fu nutrito e
allevato da questa donna fino a quando fu in grado di portare le armi; fu per
onorare la sua memoria che Lug istituì i giochi dell’assemblea di Tailtiu, quindici
giorni prima e quindici giorni dopo Lugnasad, in ricordo di giochi chiamati
“Olimpiadi”.
Ed è questa commemorazione istituita da Lug il primo giorno di agosto
che viene chiamata Lugnasad, nasad o commemorazione di Lug…”
Ci si ricorderà che i Celti hanno sempre amato rappresentare il loro Paese con le sembianze di una ragazza o di una giovane donna [1].
La fertilità non è la nota dominante; normalmente è sottomessa alla sovranità, nozione molto più vasta e ugualmente importante. Ed è questo che ci porta sempre più verso lo scetticismo quanto all’esattezza dell’interpretazione generale delle “Dee-madri” celtiche, che devono trovare una giustificazione nel folklore contemporaneo o classificate in modo arbitrario.
Tailtiu non può essere vista come divinità “stagionale” con il pretesto che è onorata solo il primo agosto (ogni festa è totale nel tempo e il fatto mitico è unico, quale sia la frammentazione del culto).
I due Dindshenchas (raccolta di leggende legate ai nomi originali di luoghi irlandesi in cinque volumi, ndA) e Keating sono in sintonia nel considerare la personalità di Tailtiu – e per conseguenza diretta la festa – appartenente all’Altromondo:
- la genealogia che le è attribuita è da far risalire ai Fir Bolg, la seconda razza mitica che ha occupato l’Irlanda;
- il nome di suo padre è Magmor “Grandi Piani”, re di Spagna, e questo è uno dei paesi dove anticamente gli irlandesi collocavano l’Altromondo.

La data di Lugnasad, fissata il primo agosto, e il principio della commemorazione perpetua in modo che Tailtiu possa mantenere la sua promessa di ricchezza materiale, rimangono l’essenziale del discorso.
Vi ritroviamo il principio d’obbligo esistente per tutte le feste religiose, in particolare Beltane e Samain.
La non celebrazione è causa di calamità e sta al reggente vegliare perché ciò non avvenga. Ma se noi cerchiamo di capire questo atteggiamento vediamo che il principe agisce in qualità di successore di Lug come motore della festa. E in questa forma onora in Tailtiu la terra-madre che assicura il perpetuarsi della sovranità.
In conclusione il rapporto di Lug e Tailtiu si inserisce al meglio nel quadro di una festa reale.
Lugnasad è:
– una festa divina e perpetua
– una festa d’obbligo
– una festa reale
– che protegge dalle calamità
– che garantisce la pace e l’abbondanza
– la festa prevede dei giochi: giochi di donne, giochi regolati da clan e cantoni presieduti dal re.
L’amicizia, la pace, l’abbondanza materiale e la purezza morale sono valori d’onore sotto gli auspici del re. Tutte le festività comprendevano grandi sfide di musica e di eloquenza. I musicisti bravi e meno bravi si prestavano mettendoci l’anima e i filid raccontavano i canti tradizionali.
La festa era aperta alle classi meno nobili e il re ricompensava ciascuno a seconda dell’abilità mostrata in quell’arte, facendo rimarcare che quello era atto reale per eccellenza.

IL FOLKLORE DI LUGNASAD
Siamo ormai molto lontani dalla festa del re quale buon amministratore e garante della prosperità dei suoi sudditi attraverso la fertilità della terra e la fecondità degli animali domestici. Lugnasad ha perso molto del suo slancio di centro e di regalità, ma ha conservato, come è normale in un contesto di una lunghissima tradizione rurale e precristiana, il suo aspetto di prosperità e di festa agraria.
Si festeggia la prima domenica di agosto o l’ultima di luglio e caratterizza la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.
A differenza di Belteine, dove la celebrazione è limitata a piccole comunità, Lugnasad è sempre festeggiata da molti villaggi unitamente che generalmente si trovano in un sito preistorico o sopra un’altura. Non si tratta più di proteggere , in tutti i modi possibili i raccolti che verranno, ma di approfittare dell’abbondanza che ha dato il raccolto.
La festa di Lugnasad è quindi caratterizzata da una contentezza generale, da giochi, danze, festini e pasti fatti in comune.
In questo periodo si tengono numerose fiere, vendite di cavalli, di bestiame, di prodotti agricoli, ma è anche un’occasione di gioco, di danze, di concorsi e anche di accordi di matrimonio, tratto chiaramente ereditato dalla festa precristiana (V.Guibert, II, pp. 442-468).
Che tutto ciò sia sopravvissuto fino alla nostra epoca è quasi un miracolo. Infatti l’essenziale ha potuto sopravvivere perché le cerimonie precristiane non prevedevano sacrifici.
Per quanto riguarda la zona continentale, esisteva con certezza un equivalente della festa irlandese di Lugnasad ma diventa ovviamente difficile stabilirne il valore ma soprattutto la nazionalità esatta: celtica o romana?
Pare esistesse un Concilium Galliarum o Assemblea dei Galli, antica e autentica festa di stampo gallico ma sulla quale, ancora una volta, delle interpretazioni divergenti o del tenace scetticismo, aggiunti a informazioni imprecise, gettano più ombra che luce.
Diciamo comunque che ciò che si trova in Gallia non è che l’ombra degli equivalenti fatti irlandesi.
Cerchiamo di capire esattamente cosa fosse il Concilium Galliarum; nome latino tradotto dal gallico di una istituzione celtica arcaica o nome semplicemente latino indicante semplicemente una assemblea istituita dall’autorità romana? Menzioni relative al Concilium le troviamo in numerose iscrizioni scoperte a Lione così come in qualche testo antico. Quello che però ci resta consiste unicamente in tracce di funzionamento di un’assemblea romana provinciale [2].
Il titolo completo era Concilium trium Galliarum o “Concilio delle Tre Gallie”, indicante le tre grandi provincie imperiali, Aquitania, Lione e Belgio, le quali non hanno, amministrativamente, più niente di celtico.
La conclusione dell’autore della Real-Enzyklopädie è molto lontana dall’essere incoraggiante:
“Zwar hat man für die Tres Gallie die Anknüpfung des römischen Concilium, an eine gallische Versammlung am 1. August zur Feier eines Festes für den Keltengott Lug wahrschenlich zu machen versucht, doch fehlt es noch an einer genügende Begründung dieser Hypothese.”
(“Per quanto riguarda le tre Gallie, si è cercato di rendere verosimile un legame tra il Concilium romano e un’assemblea gallica tenuta il primo agosto in onore del dio celtico Lug. Nonostante ciò, manca a questa ipotesi una base sufficiente”).
Secondo noi però, che una festa in Irlanda nominata Lugnasad venga celebrata il primo agosto in Gallia in una città che porta il nome di Lug è già, ai nostri occhi, un indice importante.
Certo è che l’assimilazione o piuttosto l’assorbimento da parte del culto imperiale della festa gallica e della prima divinità del pantheon indigeno segna in maniera decisiva il primo passo verso la romanizzazione.
Tenuto conto degli aspetti profondamente religiosi della società celtica, ogni volta che compare la parola “assemblea”, è possibile supporre l’esistenza di una festa importante. È importante anche aver presente il fatto che i Celti hanno avuto coscienza, durante tutta l’antichità, della loro unità religiosa e linguistica: ciò ci obbliga a non sottovalutare il senso e il valore di ciascuna similitudine.
[1] Cf. la “Francia nostra madre” o la “Madre Germania”, o ancora la “santa Russia”. I Celti, insulari e probabilmente continentali, hanno pensato di più alla giovinezza e alla bellezza formale piuttosto che alla maternità, almeno nei racconti.
[2] Ducange, Glossarium, éd. Francfort, 1681, II, 670
[ Articolo pubblicato il 28/02/06 e scritto da Giancarla Erba ]