Le feste celtiche – Beltane

[Tratto da: Les fêtes celtiques di Françoise Le Roux e Christian J. Guyonvarc’h. Traduzione a cura di Erba Giancarla – Mikayla ap Ruis]

LA FESTA DELL’ESTATE E DELLA LUCE 
Belteine [chiamato anche Beltaine, o Beltane] era la festa sacerdotale per eccellenza, se non che la cristianizzazione ha giocato il suo ruolo e accorpato i tratti originali della festa. Cominciamo citando la strofa relativa a Belteine che si trova nella raccolta gastronomica di MS Rawlinson B512:   
“Vi dico, una festa particolare,
sono le ricchezze di Beltaine,
birra, verze, latte dolce,
e latte cagliato sul fuoco[1].” 
Queste “ricchezze” di Belteine ci sembrano alquanto banali. 
L’atmosfera religiosa, legata alla data del calendario, si sente in maniera più completa nel Libro delle Conquiste dove, raccontando il vagabondaggio di Partholon, primo occupante d’Irlanda, lo scriba ci assicura che 
“Raggiunse l’Irlanda di martedì,
il diciassettesimo giorno della luna
delle calende di maggio[2]”. 
Ciò che importa veramente, è la datazione di Belteine. Sembra che tutti gli occupanti dell’Irlanda siano arrivati in questa data, a cominciare dai Tuatha Dé Danann:  
“Per quanto riguarda i Tuatha Dé dannan, dopo aver passato sette anni nel nord della Scozia, vennero in Irlanda. 
Dopo essere arrivati a terra, nel nord dell’isola il lunedì di Beltane,   bruciarono le loro navi [3].” 
Keating inoltre afferma:  
“Fecero uscire le loro navi e, dopo tre anni, tre giorni e tre notti, arrivarono alla spiaggia di Tracht Muga nell’Ulster, il lunedì della prima settimana di maggio [4].” 
Dopo un’esplosione di gioia, si avvolsero in una nebbia druidica (céo draoidheachta) per non essere scoperti.  

LA FESTA DEL FUOCO 
C’è ancora di meglio.
Cuchulainn si abbandona insieme ad Emer ad una lunga e pittoresca contrattazione matrimoniale. Invece di sposare Fial, sorella più grande di Emer, come vorrebbe la tradizione, Cuchulainn vuole sposare Emer. 
Per non essere capiti e denunciati dai parenti di Emer, entrambi parlano in codice, con frasi modificate, enigmi e complicate metafore. 
Emer pone le sue condizioni e, la terza volta, risponde: 
Non si avvicinerà a questo campo nessuno che non sia in grado di evitare il sonno di Mac Rosmelc (cioè chiunque non resterà senza sonno) dal sonno dell’estate fino ad Imbolc, da Imbolc a Belteine poi fino all’autunno a partire da Belteine.”  

Cuchulainn commenta:  
Perché da molto tempo queste sono le ripartizioni nell’anno: l’estate di  Belteine a Samain e l’inverno di Samain a Belteine:  …a Belteine, cioè con il fuoco favorevole, con i due fuochi i druidi facevano dei grandi incanti. Vi facevano passare il bestiame (per proteggerlo) ogni anno dalle epidemie…” 

Il passaggio che menziona i fuochi di Belteine, nel Glossaire di Cormac è più o meno identico:  
“Belteine, fuoco di Bel, fuoco benefico, fuoco che i druidi accendevano attraverso le loro magie o i loro grandi incanti; e vi si portava il bestiame (per proteggerlo) ogni anno dalle epidemie. Facevano passare il bestiame tra i fuochi [5].”  
È da Samain a Belteine, secondo Keating,  che i Fianna abitavano presso gli uomini d’Irlanda [6]

Anche San Patrizio accese i fuochi a Belteine – ma per la Pasqua cristiana e a dispetto del divieto reale – fuoco che non piacque a nessuno.…
San Patrizio aveva scelto prima di accendere il suo fuoco a Uisnech, nel centro d’Irlanda, e aveva predisposto un cerchio magico vietando ai pagani di entrarvi. 

Senza che gli sia esclusivamente riservato, il rito del fuoco sembra essere elemento costitutivo  essenziale della celebrazione di Belteine. In conclusione, Belteine è l’esaltazione del fuoco, elemento druidico per eccellenza. 
San Patrizio accese il suo fuoco “antidruidico” a Belteine, scelta piena di significato. Non dubitiamo che Belteine sia stata una festa sacerdotale e non c’è da stupirsi se, dopo la cristianizzazione, i trascrittori dell’epopea guerriera non abbiano più detto granché. 
In Irlanda, dove il bestiame veniva usato come moneta ed era la prima ricchezza, preti nobili e plebei avevano ugualmente interesse alla sua prosperità, gli uni perché gliene offrivano, gli altri perché ci vivevano. Inoltre a Belteine come a Samain, i druidi trascendevano le classi sociali: la differenza era che solo loro potevano fare sacrifici. 
La festa era per gli agricoltori l’apertura della stagione del grande lavoro nei campi e, per la classe guerriera della stagione militare con, dall’epoca mitica di Partholon e dei Tuatha Dé Dannan fino a quella dei Fianna, il pieno utilizzo del diritto di casta, di guerra e di conquista. 
È senza dubbio al primo maggio, piuttosto che al primo novembre, che i Galli, secondo Cesare, BG. VI, 16, bruciavano dei grandi manichini con dentro i criminali e i prigionieri di guerra. 
È ancora al primo maggio che dopo il racconto di Lludd e Llevelys, i Galli sono sopraffatti da uno strano flagello di origine militare: 
“Il secondo flagello, era un forte grido che si poteva udire ogni notte del primo maggio all’interno di ogni focolare nell’isola di Bretagna; attraversava il cuore degli umani e gli causava un tale spavento che gli uomini perdevano il loro colore e le forze; le donne, i figli in grembo; i ragazzi e le ragazze la ragione. Animali, alberi, terra, acque, tutto rimaneva sterile”.
(ed. Loth, 1913,II, p. 234; éd. Brynley F. Roberts, Dublin, 1975, p.3, riga 35-41).

IL FOLKLORE DI BELTANE 
C’è infine da dire che, nonostante alcune ripetizioni e dettagli identici, non sappiamo praticamente nulla di Belteine: la festa celtica primitiva conserva il suo segreto. 
Aggiungiamo solamente che, a partire dal Medio Evo, la Chiesa d’Irlanda, che ha le sue radici profonde in San Patrizio e nei suoi primi successori, oltre che nella vecchia classe sacerdotale dei druidi e dei filid, ha svolto il ruolo di guardiana della tradizione precristiana contemporaneamente a quello, comune a tutte le Chiese, di garante dell’ortodossia cristiana. Solo in Occidente, l’Irlanda è stata capace di realizzare una tale sintesi…
…Per finire e riassumere, la festa del primo maggio, qualsiasi sia la denominazione, è una festa di cambiamento di ritmo di vita. Dal ritmo invernale si passa al ritmo estivo.
…Dalla tradizione celtica al cristianesimo è rimasta la data di calendario, la quale è una costante precristiana. Il resto è dovuto al folklore, cioè ad un adattamento attraverso la vita rurale dei costumi, delle credenze e dei processi nello stesso tempo monotoni e molteplici, che con i fatti mitici e i racconti mitologici hanno in comune solo qualche tratto fondamentale. 


[1] Ed. Kuno Meyer, Hibernica Minora, Oxford, 1894, p. 49
[2] Ed. R.A.S. Macalister, III, p.4, par. 205
[3] La prima battaglia di Mag Tured, ed, J. Fraser, Eriu 8/1, p.18, par. 20. Vedi Les Textes mythologiques irlandais.
[4] History of Ireland, op. cit.
[5] Whitley Stokes, Three Irish Glossaries, p. 6
[6] Revue celtique 11 p.454, nota 1

Articolo pubblicato il 25/02/06 e scritto da Giancarla Erba ]


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